Da "Italia Oggi" del 17.11.12
Antitrust, spunta un caso Eni. Il capo affari internazionali del Cane a sei zampe chiamato dal Garante. Che poi fa marcia indietro. I sindacati: no ai collaboratori che vengono da società vigilate.
di Stefano Sansonetti
Alla fine l'Antitrust ha dovuto innestare la retromarcia. Ma la vicenda è comunque venuta fuori, con tanto di comunicati sindacali e qualche polemica. Si dà infatti il caso che Federico Riggio, responsabile affari internazionali dell'Eni, stesse per essere «distaccato» all'Autorità garante della concorrenza, dove avrebbe dovuto occupare una poltrona all'interno di un comitato economico appena costituito dall'Antitrust.
Apriti cielo. Appena la voce ha cominciato a diffondersi i sindacati non si sono fatti sfuggire l'occasione di protestare. A prendere le redini della questione, in particolare, è stata la Fiba-Cisl, che ha diffuso un comunicato interno per contestare duramente l'operazione. «Abbiamo predisposto un comunicato», ha spiegato a ItaliaOggi Stella Branca, coordinatore Fiba-Cisl per il settore delle Autorità indipendenti, «per richiamare l'attenzione sul fatto che è inaccettabile ipotizzare all'interno dell'Antitrust, e quindi nel contesto dell'Autorità vigilante, collaborazioni che coinvolgono soggetti provenienti da società vigilate». In effetti, a ben vedere, ciò che viene alla luce è una questione di principio.
L'idea dell'Antitrust, in sostanza, era quella di coinvolgere Riggio all'interno del Centro di analisi dei mercati, una struttura che è stata appena costituita dal Garante presieduto da Pitruzzella.
I contatti tra Riggio e l'Authority, secondo quanto è possibile ricostruire, erano arrivati a tal punto che per il responsabile affari internazionali del colosso petrolifero guidato da Paolo Scaroni il passaggio all'Autorità era praticamente cosa fatta. Anche per questo il sindacato si è mosso con un documento dai toni piuttosto perentori. Insomma, a quel punto Pitruzzella e gli altri vertici dell'Antitrust hanno cominciato a sentire addosso un po' di pressione, fino a decidere di rivedere i programmi iniziali. Con una e-mail il segretario generale dell'Antitrust Roberto Chieppa, in accordo con il capo di gabinetto Vincenzo Valentini, ha fatto sapere che non sono in programma collaborazioni con persone che provengono da aziende vigilate. Sulla vicenda fonti dell'Antitrust, contattate da ItaliaOggi, hanno premesso che il Centro di analisi dei mercati «si avvarrà del contributo gratuito di esponenti del mondo accademico per studiare il funzionamento dei principali mercati». E i suoi «componenti non avranno in ogni caso accesso ai database dell'Autorità o a qualunque informazione relativa ai casi istruttori o alle denunce». In questo ambito, hanno ammesso le stesse fonti dell'Antitrust, «era stata prospettata anche la collaborazione, per un breve periodo, di Federico Riggio, per la messa a punto dell'organizzazione del centro». Ipotesi, questa, «successivamente scartata, indipendentemente da qualsiasi comunicato sindacale, proprio per evitare qualsiasi potenziale sospetto sull'autonomia dell'Autorità e degli uffici, vista la provenienza del professionista dal mondo della imprese». E così retromarcia è stata fatta. Altro problema, semmai, è capire come sia possibile che esistano norme secondo le quali un dirigente di una società vigilata possa essere «distaccato» preso un ente vigilante.
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